In due si fa per tre!

Proverbio che molti conoscono, ma su cui noto sovente, non riflettiamo abbastanza.
E’ effettivamente una frase semplice quasi scontata…

Ma anche un’affermazione tanto vera quanto profonda.
Implicito in questo messaggio c’è un significato che, a mio giudizio, sta alla base del successo di un team.
Sin dai tempi dell’università, la sentivo vera, profonda, ricca di significati che non riuscivo a cogliere totalmente…
Poi, esperienza dopo esperienza, lavoro dopo lavoro, ho cominciato ha darle significato.
Questo significato è ciò che oggi vorrei condividere con voi.

Se pensiamo ad una coppia di persone che condividono le stesse intenzioni, possiamo immaginare da dove esce questo “plus valore” e riassumerlo nei 5 punti seguenti:
buona condivisione dei valori totale condivisione delle speranze condivisione delle fatiche sempre visibile reciprocamente facile scambio di informazioni e sensazioni e della conseguente rielaborazione della strategia iniziale per riassumere una quasi totale consapevolezza condivisa dell’obbiettivo.
Due persone che si adoperano per raggiungere un obiettivo comune spesso condividono più o meno consapevolmente i 5 punti appena descritti e quindi possono, collaborando in maniera “spontaneamente sincronizzata”, ottenere quell’ “effetto moltiplicatore” che da come risultato un’efficienza paragonabile a quella che, in situazioni normali cioè meno “sincronizzate” si ottiene dal lavoro di 3 persone.  

Probabilmente quanto sopra descritto si è verificato un numero sufficiente di volte, tanto che nel tempo ha dato origine al famoso detto appunto…

Ma perché proprio “in 2 si fa per 3” piuttosto che in 4 si fa per 6 o magari in 8 si fa per 12?
Questo è il dilemma!
Perché questo “effetto moltiplicatore” sembra difficile da estendere a gruppi maggiori di 2 persone? certamente la risposta sembra scontata, se non altro dal punto di vista statistico sembra difficile condividere i 5 presupposti di qui sopra in più di 2 persone…

A me piace pensare che qualche rara volta è successo, e le imprese di “squadre vincenti” divengono poi famose proprio perché rare e perché quando il risultato di 4-7 persone è paragonabile a quello di 6-10 elementi lascia tutti di stucco!  
Se qualcuno di voi ha letto il romanzo storico “La notte dell’aquila” di Jeck Higgins, potrà avere una discreta percezione di quanto potrebbe fare un team che condivide i 5 punti…

D’altronde se potessimo con calma riguardarci “il film” di ogni esperienza di gruppo passata, positiva o negativa che sia, potremmo rivedere i momenti in cui abbiamo raggiunto o meno “l’effetto moltiplicatore”.

Un “effetto moltiplicatore” lasciato al caso, è la realtà che quotidianamente viviamo negli uffici, nelle strutture organizzative e nelle imprese.


Lavorando per migliorare la qualità della vita lavorativa delle persone, accade che almeno 7 volte su 10, consapevolezza e e fiducia su questo proverbio antico sembrano venire meno di fronte alle difficoltà. 
Quando invece, l’effetto moltiplicatore accade, quasi magicamente…
Lascia in ogni componente del team un ricordo, una traccia che attende solo di essere ripercorsa.

Questo è ciò che si può definire capacità di crescere per migliorare le nostre “abilità sociali”.
Un saluto Paolo Vendramini.

About the author: admin