Essere leader di ieri e di oggi

Spesso nel la pratica del coaching mi trovo a stretto contatto con persone che hanno la funzione di leader in azienda o settori d’azienda.

L ‘affrontare temi simili con queste persone mi ha spinto a scrivere questa news sul tema della leader per rissumere alcuni concetti base che tentano di rispondere alla domanda seguente:

IN COSA SI DISTINGIE UNA LEADERSHIP EFFICACE ?


Da sempre la figura del “leader carismatico” è avvolta da un fascino particolare che potremmo dire, con un certo “accento poetico”: racchiude in se molte delle caratteristiche desiderabili associate allo stereotipo dell’essere umano di sesso maschile.
In questa news affronteremo questo tema cercando di focalizzare quali sono le caratteristiche comuni e non,tra un condottiero dell’era pre-cristiana e un manager dei nostri tempi.
In fondo se ci pensiamo un istante possiamo riconoscere in entrambe le figure dei fini simili nel senso che, entrambe sono destinati a guidare gruppi di persone più o meno grandi coordinandoli verso il raggiungimento di un obbiettivo …

STEREOTIPI E REALTA’

E’ indubbio che un vero leader si distingue velocemente in azienda, il modo in cui saluta, la camminata, lo stile nel coinvolgere le persone quando comunica, la positività e fiducia che trasmette… tutte peculiarità che
hanno un denominatore comune: Una forte motivazione interiore.

Spesso le persone che conoscono o che frequentano leader di successo, chiamate ad esprimersi a riguardo, riflettono l’opinione comune che: “la leadership sia una qualità innata di alcune persone”, basata cioè su una serie di caratteristiche umane e di personalità (ad esempio, aspetto fisico, intelligenza, fascino, naturali doti di comunicazione, ecc.) e certamente è innegabile che ciò che rende “unico” ogni leader sia quell’insieme di doti personali che ne formano il carisma peculiare.

GLI STUDI

D’altra parte studi sulla leadership dimostrano che tutti i leader efficaci hanno comportamenti complessi, caratterizzati da competenze apprese e da valori e atteggiamenti sviluppati, piuttosto che unicamente, una serie di doti naturali di personalità.

Queste competenze possono essere più o meno “istintive” e certamente, per essere efficaci devono essere espresse in maniera spontanea senza “costruzioni” o “forzature” che ne minerebbero inesorabilmente i risultati.

Ma è forse a causa della quantità di aspetti comportamentali che devono coesistere assolutamente, che in passato si riteneva che “leader si nasce!”.

Elenchiamo qui di seguito un’insieme di atteggiamenti e comportamenti (per nulla esaustivi) che appaiono come indispensabili proprio perché riconosciuti in dalle ricerche nel comportamento di tutti i leader studiati.

Per chiarezza divideremo questo insieme di doti/atteggiamenti manifeste, in 3 categorie ognuna delle quali riferita ad uno dei seguenti elementi:

A) Valoriale
B) Razionale Operativo
C) Energetico / motivazionale

A > Fanno parte delle caratteristiche valoriali tipiche i seguenti atteggiamenti:

Sa mettersi in discussione quando serve cambiando pensiero / strategia anche in maniera evidente se necessario; accetta quindi eventuali sconfitte, (sapendo dimostrare di aver utilizzato al meglio ogni risorsa a disposizione) o insuccessi e li utilizza per analizzarne le cause attivando automaticamente un processo virtuoso di auto/miglioramento.

· Esprime una tenacia nel perseguire la meta a lungo termine che sotto molti aspetti va oltre le convenienze e la logica del breve termine. Dimostra così lungimiranza, fede profonda nei propri principi, coerenza.

· Possiede ed esercita un autentico senso della giustizia, giudica con equità sapendo che lui stesso è costantemente valutato in maniera severa dal gruppo di cui è guida.
· Abile comunicatore sa riportare la questione sul piano condiviso, talvolta un contrasto sul piano pratico può essere risolto spostando la questione ad un livello più elevato, sul piano dei valori…

Volendo sintetizzare le doti valoriali, potremmo dire che il leader deve guadagnarsi la fiducia e la stima personale ogni giorno dai propri collaboratori, che lo vogliono vedere come una figura al di sopra delle parti, su cui sano di poter contare e dal quale sanno verranno giudicati con rettitudine.

B > Fanno parte delle caratteristiche razionali e dello stile operativo:

· È fortemente motivato verso gli obiettivi.
· Alcuni obiettivi sono chiaramente esplicitati e convergenti, vengono spesso trasferiti in programmi ben definiti che facilitano l’auto-motivazione dei collaboratori,
quest’ultimi a loro volta, vengono fatti partecipi se non nella stesura, quantomeno nella messa a fuoco degli obiettivi, grazie a momenti d’incontro in cui il piano della
discussione è inequivocabilmente paritetico e aperto ai contributi critici dei collaboratori.

· Sa mettere in relazione la mission ad ogni obbiettivo, sa cioè mostrare costantemente agli altri quanto sono “vicini o distanti alla meta” mettendola in relazione alla vision aziendale.

In altre parole: “non perde mai la bussola!” ed è in grado di orientare i collaboratori collegando obiettivi, responsabilità e metodo.
· Può dimostrare di saper fare più di quanto non sia il proprio compito, in altre parole ha competenze molto più ampie di quanto richieda il proprio/i ruolo/i.
· Dimostra con i fatti un costante senso di responsabilità nei confronti del proprio ruolo.

Anche le doti professionali del leader possono essere riassunte nello stereotipo del “buon capitano” che sa guidare il team nel mare degli eventi, senza perdere la bussola, ma anticipando in tempi adotta sempre la vela giusta mettendo le persone a proprio agio nei rispettivi ruoli.

C > Sono parte delle caratteristiche personali legate all’energia personale e quindi al carisma:

· è attento all’empatia nel gruppo, sa cioè innescare e controllare meccanismi di pausa condivisione e feed-beck, in grado di gestire i ritmi di lavoro per
permettere ad ogni componente di trasferire pienamente il suo contributo con i propri tempi.

· Dedica tempo al gruppo, è consapevole dell’importanza / necessità di dedicare attenzioni ad ogni componente del gruppo, “iniettando fiducia” li dove serve, chiarendo situazioni ambigue ed eventuali fraintendimenti.
· È in grado di influenzare il morale della squadra, è un ragionevole ottimista! sa che l’affiatamento del team dipende molto da lui…
· Sa instaurare rapporti personali, trovando tempo e occasione per alimentare un rapporto individuale con ogni singolo membro del suo gruppo. In fondo ogni buon collaboratore desidera vivere un rapporto personale con il leader.

Riassumere le doti empatiche e carismatiche del leader significa anche ampliarne gli orizzonti, il leader non è solo un insieme di caratteristiche espresse, è prima di tutto una persona e come tale deve saper utilizzare le leve emotive in maniera istintiva, valorizzando il singolo che sa assumersi responsabilità, stimolando i creativi caricandone l’entusiasmo e dando in fine direzione e metodo a chi, per natura o ruolo, è meno autonomo del proprio agire in azienda.

Concludendo, da quanto emerge dagli studi di psicologia e sociologia del lavoro, effettivamente non tutti possono fare il leader… ma certamente tutti i leader possono migliorare se stessi, innanzitutto aumentando la consapevolezza sulle proprie doti e le proprie “aree deboli”. Una volta coscienti di se stessi, potranno decidere di investire nell’auto miglioramento attraverso i tempi e i metodi che più si adattano alle loro esigenze e aspettative.

Paolo Vendramini